Negli ultimi 78 anni di storia del Doomsday Clock, le lancette non erano mai state così vicine alla mezzanotte: è la previsione di una catastrofe.
Parliamo dell’Orologio dell’Apocalisse, chiamato Doomsday Clock, che mai prima d’ora, negli ultimi 78 anni di storia, ha visto le lancette così vicine alla mezzanotte: non è una buona notizia, è la previsione di una catastrofe di portata mondiale più vicina di quanto si possa immaginare.
L’annuncio dello spostamento è stato dato dal Bulletin of the atomic scientists, ossia dal consiglio di esperti fondato nel ’45 da Albert Einstein, da Robert Oppenheimer e dagli scienziati dell’Università di Chicago. A partire dal 1947, nel loro lavoro è rientrato anche lo scandire il tempo che manca ad un’eventuale catastrofe globale, in collaborazione con il Board of Sponsors che conta 9 premi Nobel.
Questo orologio vuole invitare a riflettere sui rischi che si corrono continuando ad infliggere pene all’ambiente in cui viviamo. E’ un avviso riguardo un limite che l’essere umano sta rapidamente raggiungendo e, oltrepassato il quale, il pianeta reagirà in maniera distruttiva.
Solamente dal 2007 il cambiamento climatico è entrato a far parte della lista delle possibili minacce che comportano una velocizzazione dei tempi verso la catastrofe globale. Negli anni più recenti, si sono aggiunti i conflitti in Ucraina, quello israelo-palestinese nonché l’intelligenza artificiale.
Con il 2024, l’umanità si è spaventosamente avvicinata a un disastroso epilogo. Il Consiglio per la Scienza e la Sicurezza si è dimostrato preoccupato e i leader nazionali, insieme alle loro società, non hanno potuto cambiare la direzione delle cose, ogni sforzo si è rivelato vano. Ecco che è stato inevitabile spostare le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse da 90 secondi a 89 secondi a mezzanotte, un record mai raggiunto nella storia.
Alla decisione dell’avanzamento delle lancette, hanno contributo diversi fattori. Non sono escluse le prospettive nucleari che vedono il rischio dell’uso dell’energia nucleare in maggior crescita, dovuto alla rottura dei trattati e all’incremento delle capacità. La Russia ha concluso il rispetto del trattato New Start e ha ritirato la ratifica del Trattato per la messa al bando totale dei test nucleari. Invece, la Cina ha incrementato l’utilizzo del nucleare e gli Stati Uniti hanno smesso di pronunciarsi riguardo un uso con maggiore cautela. Anche loro hanno iniziato a riporvi maggiore fiducia e questo scenario porta a temere lo scoppio di una guerra nucleare.
Ancora, a determinare l’avanzamento delle lancette ci sono anche le innovazioni tecnologiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni, quali le proposte per integrare l’intelligenza artificiale nelle armi da guerra, con il rischio di arrivare ad uccisioni su vasta scala.
Come citato in precedenza, i cambiamenti climatici attualmente in avanzamento supportano la tesi che prevede impatti devastanti e progressi insufficienti per poterli contrastare. Gli ecosistemi dell’intero pianeta stanno già subendo gli effetti di inondazioni, cicloni tropicali, caldo estremo, siccità ed incendi. Nonostante questo scenario, l’umanità non appare in grado di contenere le emissioni di gas serra e di combustibili fossili.
Come già abbiamo potuto sperimentare nel 2019 con lo scoppio dell’epidemia di Coronavirus, le minacce biologiche sono oggi un fattore che contribuisce ulteriormente allo stato di allerta. Non mancano preoccupazioni per la proliferazione di minacce infettive, rivolte anche all’uso improprio dell’intelligenza artificiale nella ricerca e nello sviluppo biologico.
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