Emergenza Nazionale, questo è quanto si legge nei primi provvedimenti emanati che annunciano la chiusura delle scuole in questi giorni.
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Quello dell’insegnamento è una professione molto particolare e che richiede la dovuta dedizione. Gli insegnanti infatti hanno un ruolo molto importante all’interno della società in quanto adibiti a formare i cittadini del domani e trasmettere la cultura a 360 gradi. La cultura da sempre si dice ci rende liberi ma la mancanza di insegnanti potrebbe mettere in discussione oggi questa nobile missione.
Esercitare la professione non è semplice per varie ragioni, quali le poche assunzioni che lasciano molti aspiranti docenti fuori ma anche per le difficoltà nel gestire le nuove generazioni, diverse da quelle precedenti. E forse sono anche meno inclini all’apprendimento, possibilmente dovuto alle distrazioni aumentate nell’ultimo ventennio. Ecco perché l’annuncio della chiusura delle scuole italiane di ogni grado per Emergenza Nazionale ha destato non poca preoccupazione. Ma per evitare allarmismi o notizie infondate, è giusto fare un attimo chiarezza.
Scuole chiuse per Emergenza Nazionale, cosa aspettarsi
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Al concorso B022 per laboratori di tecnologia e tecniche delle comunicazioni multimediali hanno partecipato 20.000 insegnanti da tutta Italia. Alla conclusione della prova pratica, il TAR ne ha annullato la validità perché avrebbe riscontrato un’irregolarità. Ai candidati è stato chiesto di inserire il proprio nome sui fogli della prova facendo venir meno così il principio di anonimato. Il tribunale ha ritenuto non necessario che la Commissione conoscesse l’identità dei partecipanti.
La decisione del TAR quindi ha suscitato grande preoccupazione; cosa accadrebbe se tutti i 20.000 insegnanti dovessero nuovamente ripetere il concorso? Si aggreverebbe ulteriormente la mancanza di personale. Il Ministero comunque ha chiarito che la prova pratica dovrà essere ripetuta solo da 174 candidati e non 20.000. Le risorse che hanno superato la selezione in queste regioni; Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Puglia e Umbria. Una decisione quindi che non influirà sulle emissioni in ruolo già effettuate e nemmeno sul numero complessivo di assunzioni previste dal concorso scuola pnrr1.
Non è la prima volta che si verificano situazione analoghe; ad esempio in Lombardia alcune prove sono state annullate per aver riscontrato delle irregolarità procedurali. In questo caso comunque l’impatto sull’organizzazione scolastica sarà più contenuto di quanto temuto perché solo appunto un numero ristretto di candidati dovrà ripetere la prova. La vicenda ha acceso un dibattito molto più ampio sulla gestione dei concorsi pubblici scolastici e sulla necessità di garantire delle procedure trasparenti ed efficienti.
Una professione sempre più difficile
Gli insegnanti già hanno molte difficoltà legate alla carenza di risorse e gli stipendi non sempre adeguati alle sfide educative che vengono imposte alla nuova generazione, devono altresì affrontare l’incertezza legata alle modalità di selezione e assunzione. Da ciò si evince quindi la necessità di una riforma che renda i concorsi più equi e privi di criticità in modo da dare agli insegnanti la possibilità di concentrarsi solo sulla propria missione educativa senza dover sottostare ad ulteriori ostacoli burocratici.